L'uva degli altri: il Marocco, patner privilegiato Ue
- Scritto da Vincenzo Rutigliano
- Pubblicato in Produttori
Il Marocco agricolo non scherza. Può vantare rapporti privilegiati con i paesi della Unione Europea e sulla viticoltura ha i suoi numeri: nel 2014 quasi 172.000 tonnellate di uva da tavola ottenute da 49.000 ettari. Grazie ai molti accordi di libero scambio siglati con la Ue, l'immensa quantità di terreni disponibili in ambiente mediterraneo (non altrettanto di acqua) e la manodopera a basso costo (sono almeno 20.000 gli occupati diretti, 10.000 nell'indotto), la viticoltura da tavola marocchina si sta imponendo soprattutto nelle aree produttive di Meknès, al centro del paese, e Fes, le due regioni dove è coltivata insieme alla vite da vino, l'olivo, il melo. Anche Marrakech ha grandi superfici coltivate ad uva da tavola.
La nuova viticoltura da tavola
Il Marocco ha il suo “Piano Verde” di investimenti in agricoltura che prevede lo sviluppo dell'aggregazione delle aziende agricole troppo piccole, la promozione di investimenti privati e l'ammodernamento del settore.Solo una piccola parte della sau è infatti sotto serra, irrigata a goccia e con reti antigrandine e pergolati. Per sviluppare il settore, sono stati messi in atto diversi progetti: la sau verrà incrementata di 1.000 ettari a Meknès-Tafilalt, scelta che farà aumentare la produzione della regione da 25.000 a 40.500 tonnellate entro il 2020.
Export varietà precoci
All'export è destinata una piccola parte di uva, quella precoce di norma pronta a metà maggio.
Gli italiani in Marocco
Molti investitori italiani stanno avviando attività nel Paese maghrebino, che nella regione di Doukkala-Abda vede concentrato il 35% di tutta la superficie vitata. Le zone maggiormente interessate agli impianti di vigneti sono: Meknès - Fes con 400 ettari/anno (circa il 48%) con varietà tardive; la regione dell’Orientale (200 ettari/anno (22%), con i centri di Nador, a nord sul Mediterraneo e Oujda con senza semi al confine con l’Algeria; Rabat e Benslimane (150 ettari/anno (18%) Rabat - Benslimane, fascia costiera atlantica, uva da vino, ma anche uva da tavola precoce (forzatura). Molto umide. e Marrakech (100 hettari/anno (12%). Marrakech (precoci export). Le varietà coltivate con semi sono Italia, Victoria, Red Globe, Cardinal, Michele Palieri. Tra le uve senza semi Thompson e Regal.
Posizione strategica
Posto strategicamente nel Maghreb, il Marocco, nel 2012 (ultimo dato disponibile tratto da Tablegrapes.it dalla pubblicazione "Moroccan Products" curata da Maroc Export, la struttura del governo marocchino dedicato all'export) ha esportato frutta fresca per il 15% del totale dell'agroalimentare destinato ai mercati non domestici. Una delle immagini simbolo della frutta marocchina è il nadorcott, mandarino senza semi di cui un'azienda italiana ha la licenza esclusiva di coltivazione in Italia per 5 anni, la Giuliano Puglia Fruite. L'attenzione degli stranieri per il Marocco è favorita dalla sua stabilità politica, dal suo sistema democratico, dall'ottimo clima per il business. Il Marocco,nel tempo, a concluso 56 accordi bilaterali e multilaterali con Ue, Usa, Turchia, Paesi arabi del Mediterraneo e rispetta i requisiti sanitari necessari per la sicurezza del cibo. Vi sono 3 scuole specializzate in agricoltura a Meknes, Rabat (la capitale del regno ) e Agadir.